domenica 29 marzo 2009

DISCOMBUGOGGLAMENTO


Si chiama Discombugogglamento, La malattia di chi si trova senza web .

Ansia, rabbia, nervosismo: secondo un sondaggio quasi metà della popolazione della soffre di questo disturboVi è capitato di innervosirvi, agitarvi, arrabbiarvi, quando non riuscite a collegarvi a internet, a entrare in un determinato sito o a scaricare dati dal web?
Ebbene non siete soli e le vostre sensazioni hanno un nome:“discombugogglamento”. È il termine coniato da uno psicologo inglese, sullabase di un sondaggio che rivela come quasi metà della popolazione soffra di un simile disturbo. Il dottor David Lewis definisce lamalattia come "crescenti livelli di stress, provocati da difficoltà adandare online": la parola è una fusione di “scombussolamento” e di “google”,il motore di ricerca diventato quasi un sinonimo della rete stessa. Ilsondaggio, commissionato dal servizio di informazioni telefonico, indica che il 44 per cento dei cittadini soffrono di questa malattia dell'era digitale,con più di un quarto, il 27 per cento, che ammettono di stare decisamentemale quando incontrano problemi a collegarsi o a compiere certe operazioni su internet.
“La proliferazione della banda larga significa che per la primavolta nella storia siamo entrati nella cultura delle risposte istantanee”,afferma il dottor Lewis. “Una galassia di informazione è ad appena un clickdel mouse di distanza e se per raggiungerle occorre qualche secondo in piùdella norma diventiamo impazienti, smaniosi, a disagio. "Siamo diventati dipendenti dal web”. Lo psicologo ha misurato i livello di stress in un campione di oltre 2 mila persone, seguendo il ritmo cardiaco e l'attivitàcerebrale. “È stato sorprendente vedere come aumentavano la pressione delsangue e l'attività del cervello dei partecipanti non appena venivano scollegati da internet e non riuscivano a ricollegarsi”, ha detto.
Il sondaggio rileva inoltre che il 76 per cento non potrebbevivere senza internet, che oltre metà della popolazione usa il web da una aquattro ore al giorno e che il 19 per cento passa più tempo on line che conla propria famiglia. Il 47 per cento dichiara che internet è più importante della religione nelle vite della gente.

eh si amici, ormai siamo tutti prigionieri e schiavi del WEB... c'è poco da fare!!!!