Perdona solo chi ama di più"Un mostro dagli occhi verdi", come lo definisce William Shakespeare per bocca di Otello, il moro di Venezia e simbolo per antonomasia di questo sentimento lacerante e non proprio lusinghiero. Malattia e passione, la gelosia è l’altra faccia dell’amore e chi l’ha provata sa di avere a che fare con un vero tormento.
Eppure il ritratto degli italiani che emerge da un recente sondaggio condotto dalla professoressa Donatella Marazziti, docente presso la Clinica Psichiatrica dell'Università di Pisa nell'ambito di una ricerca sul tema è quello di un popolo di "gelosi e contenti".
E questo è anche il titolo di un recente saggio, "E vissero per sempre gelosi & contenti", scritto dalla ricercatrice, che passa ai raggi x questa passione: dalle ragioni biologiche per cui esiste ai segnali dell'insorgenza, dalle reazioni biochimiche che innesca, fino alle degenerazioni patologiche. Impressionanti i numeri delle statistiche: oltre 100 omicidi l'anno, in Italia, sono legati alla gelosia. Almeno sette al giorno, i casi denunciati di aggressioni con lesioni, scatenati dalla gelosia. Il 70 % degli assassinii di donne avvengono per mano del partner, mentre, nel mondo, ogni otto minuti una donna è uccisa.
Meglio allora "non negare la gelosia, ma ascoltarne la voce, valutando quando è necessario seguirne i dettami e quando metterla a tacere"; avvisa Marazziti.
"Fino a non molto tempo fa, la gelosia era il corollario necessario dell'amore, lo è sempre stata. Basta guardare i miti greci, le gelosie degli dei dell'Olimpo o quelle di Jahve'". La letteratura occidentale, da Saffo a Shakespeare, da Medea a Tolstoj e Dostoevskij, è intrisa di gelosia. Poi, nel secondo Novecento, la gelosia 'normale' si è erosa, ed è progressivamente scomparsa a vantaggio di quella 'patologica' e del convincimento che nasca da un tipo malato di amore. Da sentimento accettato, con un preciso scopo sociale, la gelosia è ora divenuta "un problema del singolo, una distorsione individuale, che lede un diritto fondamentale nella nostra società, la liberta' individuale".
Tre soprattutto gli esiti sorprendenti della ricerca effettuata dalla Marazziti e realizzata attraverso il sito online
www.infedeleklara.it nell'arco di due mesi raccogliendo oltre 1000 testimonianze di giovani di tutta Italia sul tema della gelosia: al nord sono più gelosi che al sud dell'Italia; le donne tradiscono più dei maschi e gli uomini perdonano maggiormente delle donne. Ma come mai i giovani oggi si dichiarano tutti gelosi?"Perché", risponde la professoressa Marazziti, "le persone di una certa età non credono di esserlo, per loro è un sentimento strettamente legato all'amore e, quindi, non lo considerano speciale.
Inoltre, risultano più gelosi i settentrionali che i meridionali, in quanto questi ultimi hanno meno consapevolezza del problema, ritengono la gelosia un comportamento abituale. Che le donne tradiscano più degli uomini ribalta invece un luogo comune fin qui acclarato. La domanda, allora, è: con chi tradiscono? Insomma, stavolta le donne sono state sincere. Di solito, probabilmente, lo sono meno. La verità, comunque, non bisognerebbe buttarla mai addosso al partner e 'confessare' tanto per liberarsi la coscienza.
E' un atteggiamento deleterio che non giova a nessuno, non risolve nulla e peggiora solo le cose". "Dai casi che ho esaminato", prosegue la psichiatra, "la gelosia prevale soprattutto nelle donne del sottotipo depressivo, quelle che dicono ad esempio 'sono gelosa perché sono brutta' o del sottotipo ossessivo, che si sentono più insicure. Negli studi provenienti dalla cultura anglosassone, emerge un altro fatto singolare: le donne sono preoccupate soprattutto dalla possibilità di perdere il partner, mentre gli uomini vogliono sapere chi è l'amante e quali sono le sue caratteristiche, anche fisiche, e le sue prestazioni".
Quanto ai maschi che perdonerebbero più delle loro compagne, "in genere", sottolinea Marazziti, "perdona chi ama veramente l'altro".