martedì 5 maggio 2009

LA PARABOLA DEL RANOCCHIO...



C'era una volta una gara ... di ranocchi. L'obiettivo era arrivare in cima a una gran torre. Richiamata dall'insolito spettacolo, si radunò molta gente per vedere e fare il tifo. Cominciò la gara, ma in realtà, la gente probabilmente non credeva possibile che i ranocchi raggiungessero la cima, e tutto quello che si ascoltava erano frasi del tipo: "Ma che pena!!! Non ce la faranno mai!" E così alcuni ranocchi, che percepirono questi commenti, cominciarono a desistere, sfiduciati, tranne uno, che continuava a cercare di raggiungere la cima. Ma la gente continuava:

"... Che pena!!! Non ce la faranno mai!..."

Sennonché molti ranocchi si diedero per vinti tranne il solito ranocchio testardo che continuava ad insistere. Alla fine, tutti desistettero tranne quel ranocchio testardo, che, solo e con grande sforzo, raggiunse alla fine, la cima.

Quindi, com'è naturale che fosse, gli altri vollero sapere come avesse fatto e uno degli altri ranocchi più curiosi si avvicinò per chiedergli come avesse fatto a concludere quella difficile prova. Non ottenne risposta. E cosi si scoprì che quel ranocchio vincitore... era sordo!

Morale: non ascoltare le persone con la pessima abitudine di essere negative... derubano le migliori speranze del tuo cuore! Ricorda sempre il potere che hanno le parole che ascolti o leggi. Per cui, preoccupati di essere sempre POSITIVO!

Riassumendo: Sii sempre sordo quando qualcuno ti dice che non puoi realizzare i tuoi sogni. E ricorda: l'ottimismo è la concezione filosofica secondo la quale il mondo è ordinato positivamente e il bene deve necessariamente prevalere sul male. L'ottimismo è la tendenza di coloro che, in generale o in una circostanza particolare, sono portati a vedere le cose sotto una luce favorevole. L'ottimismo, come disposizione mentale e come atteggiamento pratico, emerge da tutte le concezioni del mondo che danno per garantiti l'ordine e la finalità positiva della realtà nel suo complesso. È impegnato a provare il carattere «apparente» e l'irrealtà del male (il male come «non essere»), o quanto meno la funzione positiva di esso nell'economia del tutto.

Quando la passione fa brutti scherzi

da Tgcom.

Amanti focosi, restano "attaccati"
Devono essere soccorsi dal 118

Cassiera lei e guardia giurata lui, entrambi sposati e con prole, da tempo erano amanti. Ma la loro ultima performance erotica, nelle toilette del centro commerciale della Bergamasca dove entrambi lavorano, è diventata un incubo per entrambi. Qualcosa, infatti, è andato storto, e i due sono rimasti attaccati. Alla fine, disperati, hanno dovuto chiedere aiuto al 118 che, ancora avvinghiati, ha trasportato i due amanti all'ospedale.
Tutto è cominciato, riferisce la "Gazzetta dell'Adda", quando la cassiera, appena terminato il turno di lavoro, ha cercato il suo amante: la guardia giurata ha detto ai colleghi che si sarebbe allontanato qualche minuto per un caffè e ha raggiunto la donna in un bagno. Qui la loro passione ha preso il sopravvento, e i due si sono avventurati in un rapporto anale. Ma qualcosa è andato decisamente storto, e i focosi amanti non sono più riusciti a staccarsi.Dopo diversi, inutili tentativi, i due hanno dovuto chiedere soccorso al 118: gli infermieri, non senza parecchio imbarazzo, hanno caricato i due sull'ambulanza dopo averli opportunamente nascosti sotto un telo durante il trasporto in barella, e li hanno trasportati all'ospedale per l'operazione di distacco.L'arrivo dell'ambulanza al centro commerciale, però, non è passato inosservato: attorno all'autolettiga si è infatti radunata una folla di curiosi. Tra questi anche il marito della cassiera, che con il figlio si era recato al supermercato per fare la spesa e stava attendendo la fine del turno della consorte. Quando si è accorto che sotto il telo c'era la moglie e che "incollato" a lei c'era un altro uomo, è svenuto ed è stato soccorso dal personale del 118.Pochi minuti dopo il malcapitato si è ripreso, e i presenti hanno dovuto faticare non poco per evitare che compisse una follia. Oltre alla scoperta in flagrante e all'imbarazzante figura, la scappatella dei due amanti si è quindi conclusa anche con il licenziamento in tronco della guardia. La cassiera, invece, si è salvata, almeno dal punto di vista lavorativo, poiché al momento dell'"incidente" non era più in servizio.

Una barzelletta fa meno ridere!!!
Oggi 5 Maggio 2009 si celebra la prima “Giornata Nazionale contro la pedofilia”.
Per l’occasione, la Fondazione Luca Barbareschi ha organizzato l’ evento Parla con noi, che mira a sensibilizzare l’opinione pubblica su un problema tanto grave quanto sottovalutato e si propone di portare ai soggetti partecipanti- famiglie, genitori, docenti e, soprattutto, bambini - la testimonianza di istituzioni ed associazioni in merito al lavoro che quotidianamente viene svolto sia nel campo della prevenzione che in quello della cura e del trattamento dei bambini abusati.
Nel corso dell’evento del 5 maggio troveranno spazio, sul palco del Teatro Sala Umberto di Roma, momenti di approfondimento sul tema della pedofilia, alla presenza dei numerosi politici invitati a portare il loro contributo, ma anche l’esperienza e l’approfondimento da parte di chi lavora ogni giorno per la difesa dell’infanzia. Non mancheranno, nel corso della mattinata, momenti più ludici, che vedranno la partecipazione di artisti di primo piano nell’ambito dello spettacolo e dello sport, che contribuiranno “con leggerezza” a veicolare agli ospiti più giovani alcuni messaggi a loro destinati. (Tali messaggi sono concordati con il prof. Francesco Montecchi, neuropsichiatra e psicanalista junghiano infantile, già primario dell’Ospedale Bambin Gesù).
La giornata nazionale contro la pedofilia ha l’ambizioso obiettivo di far arrivare ai bambini il messaggio di vicinanza da parte degli adulti: così come per gli adulti è difficile cogliere i segnali del disagio e della sofferenza dei più piccoli, spesso il silenzio diventa l’ostacolo più difficile da superare per chi ha subito una violenza.
Per sconfiggere la piaga orribile della pedofilia l’approccio è quello della prevenzione attraverso atteggiamenti di apertura e dialogo tra bambini ed adulti, attraverso le parole, il gioco, il confronto e l’ascolto.
L’evento vanta l’Alto Patronato del Presidente della Repubblica.

OVVIAMENTE LE FARFALLINE ADERISCONO A QUESTA INIZIATIVA!!!

l’orecchio di Van Gogh

Fu Gauguin a tagliare l’orecchio di Van Gogh
Un accordo segreto, ma anche la prova tangibile di un’amici­zia al tempo stesso profonda e complicata tra due giganti del­­l’arte, Vincent Van Gogh (1853-1890) e Paul Gauguin (1848-1903). Il saggio di Hans Kaufmann e Rita Wildegans appena uscito in Germania ( L’orecchio di Van Go­gh, Paul Gauguin e il patto del silenzio, Osburg Verlag, pp. 392, e 23) certo propo­ne un’interpretazione inedita di un fatto notissimo: non sarebbe stato Van Gogh a tagliarsi l’orecchio nella notte tra il 23 e il 24 dicembre 1888, ad Arles, ma sarebbe in­vece stato Gauguin a ferire l’amico al ter­mine di un litigio, forse non per motivi ar­tistici, ma piuttosto per colpa di «una cer­ta Rachele».
Non solo: il saggio (corollario ideale al­la mostra Van Gogh. Tra terra e cielo in corso al Museo d’arte di Basilea, dove ver­rà presentato e discusso il 17 giugno) con­ferma il legame tra Vincent e Paul e quella tensione, mista a gelosia, che accomunava i due. Una tensione che il critico Flavio Ca­roli definisce «ben avvertibile già a partire dall’inverno del 1886, che sembrava nasce­re dalla gelosia di Van Gogh per l’amico più 'forte' e che vedeva come terzo inco­modo il giovane Émile Bernard». Secondo Caroli l’interpretazione di Kaufmann e Wil­degans «è possibile», anche perché di quell’evento non ci sono documenti certi: «Se non quelli ufficiali del sindaco di Ar­les, la petizione dei cittadini che non vole­vano quel pittore così scomodo e il reso­conto della polizia di un Van Gogh che si presenta in un bordello con il suo orec­chio avvolto nella carta di giornale». I due ricercatori tedeschi sostengono che «l’automutilazione di Van Gogh non è mai stata provata» e che, di fatto, «l’unica testimonianza accertata è quella di Gau­guin ».
Che ne parla ampiamente nel libro Avant et après del 1903 e che, forse non per caso, dopo l’incidente sarebbe precipi­tosamente ritornato a Parigi per poi fuggi­re a Tahiti. Gauguin avrebbe mozzato il lo­bo dell’orecchio di Van Gogh con una scia­bola, che poi avrebbe gettato nel Rodano, al termine di un litigio «su una prostitu­ta », Rachele appunto (e non su problemi d’arte) mentre l’amico avrebbe taciuto per proteggerlo (più tardi i due si sarebbero anche scritti). La mattina del 24 la polizia avrebbe poi trovato un uomo con il volto insanguinato e l’avrebbe fatto ricoverare in ospedale. Scrivono Kaufmann e Wildegans: «La versione tradizionale, quella finora accre­ditata, è basata solo su affermazioni senza prove e sul racconto di Gauguin, che non sarebbe nemmeno stato presente al fatto, un racconto pieno di contraddizioni e di punti oscuri. Non esiste un’inchiesta uffi­ciale e nemmeno un testimone indipen­dente. Van Gogh, per parte sua, non ha mai confermato niente».
Di fatto, secondo questa tesi, viene a crollare l’idea di un’au­tomutilazione che avrebbe anticipato il suicidio di Van Gogh, sette mesi più tardi, nella casa del Dottor Gauchet. Dunque, nessuna nuova prova. Eppure questa lettura può essere convincente. An­che per Marco Goldin, storico dell’arte e organizzatore di mostre (la sua più recen­te, quella dedicata a Van Gogh al Museo di Santa Giulia a Brescia, ha collezionato ol­tre 200mila visitatori in 111 giorni): «So­no stupito, ma può essere una lettura co­me un’altra. Certo, il fatto che quel litigio non fosse legato all’arte, ma a una donna, era abbastanza noto» (un fatto che con­traddice la tesi a suo tempo proposta da Bataille e Artaud che videro nell’automuti­lazione di Van Gogh «il simbolo della fol­lia come base dell’arte moderna»). Vitto­rio Sgarbi, curatore della mostra Arte, ge­nio, follia in corso a Siena a Santa Maria della Scala (fino al 25 maggio), che vede Van Gogh tra i suoi protagonisti, confer­ma: «Quella dell’automutilazione è una leggenda, per cui anche quest’altra ipotesi può essere valida». Certo è che, al di là del­l’orecchio tagliato di Van Gogh, sorprende come gli impressionisti continuino ad atti­rare l’attenzione. Così, mentre per Einaudi esce in Italia il libro di Cyntia Saltzmann sul Ritratto del Dottor Gauchet («Storia e avventura di un capolavoro»), dall’Inghil­terra arriva il saggio di Philip Hook The ul­timate Trophy (Prestel), ovvero «come gli impressionisti hanno conquistato il mon­do » grazie a un mix di semplicità e di pit­tori intriganti come star. Non a caso, nel 1956, a Hollywood su Van Gogh avrebbe­ro girato addirittura un film (regista Vin­cent Minnelli) con Kirk Douglas. Che, in quel caso, si sarebbe tagliato da solo l’orec­chio. Ma fuori scena.
dal Corriere.it

Le favole esistono??? E il Principe???

Spesso ci sentiamo delle Cenerentole, eppure la scarpetta che ci offrono è troppo larga o lunga o stretta. Siano alla ricerca della taglia perfetta e di un principe, perfetto naturalmente. Magari anche azzurro.

Eh sì, lui deve darci, lui deve dirci, lui deve farci...ma cosa ci aspettiamo davvero dagli uomini?! Di trovare in loro il nostro alter ego? Di vedere in loro lo specchio di noi stesse (che poi non so quanto ci andremmo d'accordo)?E se deludono le nostre aspettative? E se fossimo noi ad avere aspettative surreali?Che cosa c'è che non va nelle relazioni quando non vanno? Orgoglio, silenzi, tensioni. Tutte cose che sarebbero facilmente risolvibili con un po' più di flessibilità. Ma noi la flessibilità a volte proprio ce la dimentichiamo, e lo sappiamo.
Sempre sull'attenti a guardare se lui fa la mossa giusta, se dice la parola giusta: perché non si sa mai, magari lui non è quello giusto. Ma quando capiremo che il principe azzurro perfetto non esiste?? Magari il principe sì, esiste, ma magari non è così azzurro come in Cenerentola, magari non ha il cavallo bianco ma una Punto blu, magari non ha denti bianchissimi e un corpo perfetto ma forse il suo sorriso vale più di questo. Insomma l'uomo perfetto non esiste. Perché non esiste una vita perfetta. E perché (guarda un po') nemmeno noi siamo perfette. Anzi.
Ecco perché in fondo ci capita di preferire uno come Shrek, con pancia ma anche cuore grande, piuttosto che lo standard della bellezza di un qualsiasi biondo, alto, muscoloso, e sguardo languido ma con un cuore insipido.L'uomo cavaliere, che apre la portiera dell'auto per far salire la sua compagna o che prima di sedersi a tavola le porge la sedia, appartiene a una razza in via d'estinzione. Nonostante questa cruda realtà, le donne non rinunciano facilmente ai propri desideri. E' un compito difficile trovare l'uomo giusto, ai limiti del possibile, soprattutto perché il principe azzurro, al di là dell'immagine da fiaba, deve essere l'uomo perfetto per la vita di tutti i giorni. Solido, saldo, sensibile, curato e sexy quanto basta anche col passare degli anni, comprensivo e bene educato.
Ma cosa conta davvero in un rapporto? L'amore? Il sesso? La complicità? Il rispetto? Che cosa lo fa andare avanti, qual è l'ingranaggio che fa ruotare tutto in modo fluido e armonico? Stavolta non ho risposte retoriche da dare e nemmeno pillole di saggezza da consumarmi in una frase d'effetto. Però ho l'esperienza e il cuore per dire che di sicuro una cosa che conta su tutte è il volersi bene. Ma non il volersi bene quello tanto per dire...quello vero: guardarsi e capirsi. Amarsi nella felicità e nelle difficoltà. Prendersi per mano, e non solo metaforicamente. Vedere nei suoi occhi tutto il senso di cui sei alla ricerca e che spesso non trovi. Ecco, questa è un'emozione che deve esistere, quella stessa emozione che ti stimola, che anche dopo 40 anni di matrimonio ti farà sentire innamorata, perduta nell'immagine di te nel suo sguardo, pieno di ricordi, dolori, speranze, gioie.Almeno spero. Almeno credo.



Principe Azzurro (Gianna Nannini)
Sento una voce lontana
sembra una bimba che chiama
più forte di un urlo del cielo
io voglio un uomo spina di tutte le rose
nata per essere tua più calda degli astri di fuoco
io voglio un uomo principe azzurro amami o vai al diavolo
principe azzurro baciami vieni a vivere con me
sono malata d'amore malata d'amore
non abituarti a me
io voglio un uomo è sempre stato così
da messalina a marylin
io non ho bisogno di eroi io voglio un uomo
principe azzurro amami o vai al diavolo
principe azzurro baciami vieni a vivere con me
sono malata d'amore malata d'amore
non abituarti a me
principe azzurro amami o vai al diavolo
principe azzurro baciami vieni a vivere con me
sono malata d'amore malata d'amore
non abituarti a me
giglio degli altipiani figlio della foresta
nuvola senza inverno
fammi un tatuaggio sul cuore

BUONA RICERCA A TUTTE!!!