UNICORNO
L'unicorno è un animale magico, per nulla pericoloso tra i più belli e misteriosi e viene chiamato anche Liocorno.
Il suo aspetto è quello di un grosso cavallo, bellissimo, di colore bianco: Alcuni studiosi sostengono che l'unicorno nasca dorato, poi il suo manto diventi color argento e infine da adulto completamente bianco.
Le sue zone d'origine sono i boschi incantati, ricchi di sorgenti e cascate e di alberi millenari ricoperti di muschio della Cina, della Persia e dell'India, nei quali vive fin dal primo millennio avanti Cristo.
Essendo molto schivo e non amando la compagnia umana, per secoli è stato considerato un animale inesistente, invece qualche esemplare è stato catturato e portato in Occidente già dai tempi dell'antica Grecia.
Gli unicorni fin da piccoli hanno una forza straordinaria, ed è per questo motivo che, se anche vengono imprigionati con reti e funi, riescono sempre a fuggire.
Un'altra caratteristica è la loro velocità infatti possono galoppare senza stancarsi e fuggire a qualsiasi aggressione, e difficilmente si riesce a stargli dietro. Non ha nemici nel mondo naturale, e l'unico essere pericoloso per l'unicorno è l'uomo avido e malvagio.
Gli unicorni non sono molto prolifici, e hanno un puledro ogni cento anni. Le leggende dicono che un unicorno nasce quando viene al mondo una persona veramente speciale, e siccome questi individui sono molto rari, ecco spiegato il perchè ci sono pochi unicorni. I pochi che esistono sono cacciati da persone senza scrupoli che vogliono impadronirsi del loro corno.
Il corno dell'unicorno che si trova in mezzo alla sua fronte è dotato di grandissimi poteri soprannaturali, è in grado cioè di combattere qualsiasi veleno.
Un'ultima caratteristica dell'unicorno è che nessuno può cavalcarlo e in questo è molto simile ai centauri. Si sa per certo che solamente un'altra creatura magica, L'Uomo Selvatico, riesce a cavalcarlo, ma è uno spirito puro e ama troppo la sua libertà per volere che qualche altra creatura ne sia privata.
L'unicorno è uno degli animali più rinomati nel mondo magico e ad esso sono legate molte leggende e diciture, fra cui quella che per avvicinarlo bisogna avvalersi della collaborazione di una bella fata. Infatti queste si dirigono nei luoghi incantati dove loro si rifugiano ed iniziano a cantare. Di lì a poco arriva l'unicorno che si piega con le zampe di fronte a questa creatura meravigliosa porgendogli il muso e facendosi dolcemente accarezzare.
Il suo aspetto è quello di un grosso cavallo, bellissimo, di colore bianco: Alcuni studiosi sostengono che l'unicorno nasca dorato, poi il suo manto diventi color argento e infine da adulto completamente bianco.
Le sue zone d'origine sono i boschi incantati, ricchi di sorgenti e cascate e di alberi millenari ricoperti di muschio della Cina, della Persia e dell'India, nei quali vive fin dal primo millennio avanti Cristo.
Essendo molto schivo e non amando la compagnia umana, per secoli è stato considerato un animale inesistente, invece qualche esemplare è stato catturato e portato in Occidente già dai tempi dell'antica Grecia.
Gli unicorni fin da piccoli hanno una forza straordinaria, ed è per questo motivo che, se anche vengono imprigionati con reti e funi, riescono sempre a fuggire.
Un'altra caratteristica è la loro velocità infatti possono galoppare senza stancarsi e fuggire a qualsiasi aggressione, e difficilmente si riesce a stargli dietro. Non ha nemici nel mondo naturale, e l'unico essere pericoloso per l'unicorno è l'uomo avido e malvagio.
Gli unicorni non sono molto prolifici, e hanno un puledro ogni cento anni. Le leggende dicono che un unicorno nasce quando viene al mondo una persona veramente speciale, e siccome questi individui sono molto rari, ecco spiegato il perchè ci sono pochi unicorni. I pochi che esistono sono cacciati da persone senza scrupoli che vogliono impadronirsi del loro corno.
Il corno dell'unicorno che si trova in mezzo alla sua fronte è dotato di grandissimi poteri soprannaturali, è in grado cioè di combattere qualsiasi veleno.
Un'ultima caratteristica dell'unicorno è che nessuno può cavalcarlo e in questo è molto simile ai centauri. Si sa per certo che solamente un'altra creatura magica, L'Uomo Selvatico, riesce a cavalcarlo, ma è uno spirito puro e ama troppo la sua libertà per volere che qualche altra creatura ne sia privata.
L'unicorno è uno degli animali più rinomati nel mondo magico e ad esso sono legate molte leggende e diciture, fra cui quella che per avvicinarlo bisogna avvalersi della collaborazione di una bella fata. Infatti queste si dirigono nei luoghi incantati dove loro si rifugiano ed iniziano a cantare. Di lì a poco arriva l'unicorno che si piega con le zampe di fronte a questa creatura meravigliosa porgendogli il muso e facendosi dolcemente accarezzare.
SIRENA
La sirena è un essere fantastico con la parte superiore del corpo di donna, formosa e di aspetto piacevole, e la parte inferiore foggiata a forma di coda di pesce.Si tratta di un essere marino, o comunque acquatico, dal temperamento malevolo, che sfrutta le sue doti di seduzione sessuale, mostrando la parte superiore del corpo, per attrarre ignari giovani, ed ucciderli trascinandoli nel mare.
La Sirena canta in maniera irresistibile e a volte suona anche qualche strumento.Ha lunghi capelli, spesso verdi come il mare, che pettina accuratamente; ha in mano uno specchio in cui si rimira compiaciuta.
Corrisponde a quello che ha il termine inglese mermeid, il mito della Sirena si ripete in tutto il mondo, nessun luogo escluso, e dimostra delle caratteristiche più costanti ed omogenee perfino di quelle del mito del Drago.
Nell’area occidentale, ed europea in particolare, questo mito ha una sua storia speciale. Infatti, nessun altro mostro è stato soggetto nel corso del tempo e nel medesimo ambito culturale, ad una trasformazione così complessa come quello della Sirena, passata da immagine dell’anima umana, a demone mortale a forma di uccello, a seducente ninfa dalla coda di pesce.
Le Sirene propriamente dette (Seirenes), nascono in Grecia, ma le tradizioni che le riguardano sono estremamente confuse e discordanti tra di loro. Il numero stesso delle Sirene non è ben certo: Omero, il primo a menzionarle, ne parla usando il duale, sottintendendo dunque che si tratta di una coppia; tuttavia nella tradizione figurativa ed in quella letteraria sono generalmente tre; non mancano però le eccezioni che parlano di quattro o addirittura di otto Sirene, come fa Platone.
Uguale incertezza c’è sui loro nomi: in un dipinto vascolare troviamo il nome di Imeropa; ma poi abbiamo le triadi Thelxinoe, Aglaope, Pasinoe e Partenope, Leucosia, Ligea; e la tetrade Teles, Raedne, Molpe e Thelxiope.In tutto sono undici denominazioni differenti, talvolta legate a miti locali, come Partenope alla fondazione di Napoli.
Lo stesso nome Seirenes non ha una etimologia sicura: può connettersi con seirà, (catena, laccio), o col verbo seirazein (legare con una corda), ambedue con un possibile riferimento alla qualità di incantatrici o maghe. Ma può anche essere fatto risalire a seirios (bruciante, da cui anche Sirio, l’astro della canicola) per alludere ai pericoli dell’ora MERIDIANA, quando il mare in bonaccia sotto il sole implacabile può essere più infido di quello in tempesta.
Analogamente, collegandolo al periodo delle grandi calure, quando tutto si dissecca, possiamo pensare ad un’altra variante del verbo seirazein, che significa "prosciugare".Ma sono stati proposti anche legami etimologici con l'ebraico sir, canto, e col radicale sanscrito sr, fluido in movimento.
La Sirena canta in maniera irresistibile e a volte suona anche qualche strumento.Ha lunghi capelli, spesso verdi come il mare, che pettina accuratamente; ha in mano uno specchio in cui si rimira compiaciuta.
Corrisponde a quello che ha il termine inglese mermeid, il mito della Sirena si ripete in tutto il mondo, nessun luogo escluso, e dimostra delle caratteristiche più costanti ed omogenee perfino di quelle del mito del Drago.
Nell’area occidentale, ed europea in particolare, questo mito ha una sua storia speciale. Infatti, nessun altro mostro è stato soggetto nel corso del tempo e nel medesimo ambito culturale, ad una trasformazione così complessa come quello della Sirena, passata da immagine dell’anima umana, a demone mortale a forma di uccello, a seducente ninfa dalla coda di pesce.
Le Sirene propriamente dette (Seirenes), nascono in Grecia, ma le tradizioni che le riguardano sono estremamente confuse e discordanti tra di loro. Il numero stesso delle Sirene non è ben certo: Omero, il primo a menzionarle, ne parla usando il duale, sottintendendo dunque che si tratta di una coppia; tuttavia nella tradizione figurativa ed in quella letteraria sono generalmente tre; non mancano però le eccezioni che parlano di quattro o addirittura di otto Sirene, come fa Platone.
Uguale incertezza c’è sui loro nomi: in un dipinto vascolare troviamo il nome di Imeropa; ma poi abbiamo le triadi Thelxinoe, Aglaope, Pasinoe e Partenope, Leucosia, Ligea; e la tetrade Teles, Raedne, Molpe e Thelxiope.In tutto sono undici denominazioni differenti, talvolta legate a miti locali, come Partenope alla fondazione di Napoli.
Lo stesso nome Seirenes non ha una etimologia sicura: può connettersi con seirà, (catena, laccio), o col verbo seirazein (legare con una corda), ambedue con un possibile riferimento alla qualità di incantatrici o maghe. Ma può anche essere fatto risalire a seirios (bruciante, da cui anche Sirio, l’astro della canicola) per alludere ai pericoli dell’ora MERIDIANA, quando il mare in bonaccia sotto il sole implacabile può essere più infido di quello in tempesta.
Analogamente, collegandolo al periodo delle grandi calure, quando tutto si dissecca, possiamo pensare ad un’altra variante del verbo seirazein, che significa "prosciugare".Ma sono stati proposti anche legami etimologici con l'ebraico sir, canto, e col radicale sanscrito sr, fluido in movimento.
CENTAURO
Il centauro, creatura della mitologia greca, è per metà uomo e per metà bestia: questa sua duplice natura contraddistingue anche la sua indole che ha tutti i vizi e le virtù del genere umano esasperati al massimo livello. Non a caso la mitologia greca ci propone due figure antitetiche tra le principali appartenenti a questo genere: Chirone, centauro saggio e giusto, sapiente maestro di Achille, e Nesso, centauro meschino e spietato che rapisce la moglie di Ercole, la circuisce e la inganna. Di quest’ultimo episodio è possibile ammirare la scultura del Giambologna sotto la Loggia dei Lanzi a Firenze, a due passi dagli Uffizi e dalla nostra scuola.Questi esseri mostruosi provenivano, secondo la leggenda, dalla Tessaglia ed erano discendenti di Centauro, figlio dell’amore sacrilego tra Issione e Era e divenuto capostipite di queste creature dopo essersi unito carnalmente alle cavalle magnesie.La natura umana e quella ferina unite insieme nel corpo sono simbolo di irrazionalità, brutalità e irascibilità: è noto l’episodio in cui i Centauri partecipando alle nozze di Ippodamia e Piritoo, re dei Lapiti, ubriacatisi tentarono la violenza delle donne presenti e l’uccisione degli uomini, richiedendo per il loro atteggiamento ignominioso l’intervento di Teseo, amico di Piritoo, che riuscì a placare la lotte e a cacciare i mostri e dal banchetto e dalla Tessaglia.Il motivo della creazione di questa figura abominevole e terribile dalla forza straordinaria è probabilmente il fatto che, in regioni remote come la Tracia e la Tessaglia, vivessero popolazioni primitive che si dedicassero all’addestramento degli animali selvaggi e probabilmente proprio da questo usanza è nata l’immagine di un cavaliere unito al proprio cavallo al punto da dare luogo a una figura fantastica, metà uomo e metà bestia.Nell’arte come nella letteratura troviamo molte rappresentazioni di questa creatura: le nozze tra Piritoo e Ippodamia sono presenti ad esempio nella splendida Centauromachia del frontone del tempio di Zeus ad Olimpia, ma anche in quella del giovane Michelangelo Buonarroti. In quest’ultima è possibile cogliere a rompere il ritmo frenetico della lotta tra uomini e centauri l’immagine splendidamente possente di Teseo che con un gesto attribuisce la vittoria agli uomini e caccia i centauri: molti hanno rivisto in quel gesto perentorio un’anticipazione di quello del Cristo Giudice della Cappella Sistina.Ancora si ritrova l’immagine del Centauro accanto a Pallade Atena nelle sinuose ed eleganti figure del Botticelli, agli Uffizi, meta obbligatoria del nostro corso di Storia dell’Arte. Qui il centauro è simbolo di irrazionalità domata dalla raffinata gestualità della dea della saggezza e della sapienza.Infine i Centauri vegono posti da Dante nel XII canto dell’Inferno a custodi dei violenti contro il prossimo come simbolo dell’irragionevolezza e della brutalità.Anche in tempi più recenti ritroviamo il Centauro: Harry Potter ne incontra uno assai mansueto e gentile nella Forbidden Forest, ma qui questa mitica creatura ha valenza positiva e salva il giovane e malcapitato maghetto dalle grinfie del terribile Voldemort.
Il centauro, creatura della mitologia greca, è per metà uomo e per metà bestia: questa sua duplice natura contraddistingue anche la sua indole che ha tutti i vizi e le virtù del genere umano esasperati al massimo livello. Non a caso la mitologia greca ci propone due figure antitetiche tra le principali appartenenti a questo genere: Chirone, centauro saggio e giusto, sapiente maestro di Achille, e Nesso, centauro meschino e spietato che rapisce la moglie di Ercole, la circuisce e la inganna. Di quest’ultimo episodio è possibile ammirare la scultura del Giambologna sotto la Loggia dei Lanzi a Firenze, a due passi dagli Uffizi e dalla nostra scuola.Questi esseri mostruosi provenivano, secondo la leggenda, dalla Tessaglia ed erano discendenti di Centauro, figlio dell’amore sacrilego tra Issione e Era e divenuto capostipite di queste creature dopo essersi unito carnalmente alle cavalle magnesie.La natura umana e quella ferina unite insieme nel corpo sono simbolo di irrazionalità, brutalità e irascibilità: è noto l’episodio in cui i Centauri partecipando alle nozze di Ippodamia e Piritoo, re dei Lapiti, ubriacatisi tentarono la violenza delle donne presenti e l’uccisione degli uomini, richiedendo per il loro atteggiamento ignominioso l’intervento di Teseo, amico di Piritoo, che riuscì a placare la lotte e a cacciare i mostri e dal banchetto e dalla Tessaglia.Il motivo della creazione di questa figura abominevole e terribile dalla forza straordinaria è probabilmente il fatto che, in regioni remote come la Tracia e la Tessaglia, vivessero popolazioni primitive che si dedicassero all’addestramento degli animali selvaggi e probabilmente proprio da questo usanza è nata l’immagine di un cavaliere unito al proprio cavallo al punto da dare luogo a una figura fantastica, metà uomo e metà bestia.Nell’arte come nella letteratura troviamo molte rappresentazioni di questa creatura: le nozze tra Piritoo e Ippodamia sono presenti ad esempio nella splendida Centauromachia del frontone del tempio di Zeus ad Olimpia, ma anche in quella del giovane Michelangelo Buonarroti. In quest’ultima è possibile cogliere a rompere il ritmo frenetico della lotta tra uomini e centauri l’immagine splendidamente possente di Teseo che con un gesto attribuisce la vittoria agli uomini e caccia i centauri: molti hanno rivisto in quel gesto perentorio un’anticipazione di quello del Cristo Giudice della Cappella Sistina.Ancora si ritrova l’immagine del Centauro accanto a Pallade Atena nelle sinuose ed eleganti figure del Botticelli, agli Uffizi, meta obbligatoria del nostro corso di Storia dell’Arte. Qui il centauro è simbolo di irrazionalità domata dalla raffinata gestualità della dea della saggezza e della sapienza.Infine i Centauri vegono posti da Dante nel XII canto dell’Inferno a custodi dei violenti contro il prossimo come simbolo dell’irragionevolezza e della brutalità.Anche in tempi più recenti ritroviamo il Centauro: Harry Potter ne incontra uno assai mansueto e gentile nella Forbidden Forest, ma qui questa mitica creatura ha valenza positiva e salva il giovane e malcapitato maghetto dalle grinfie del terribile Voldemort.
DRAGO
Fin dagli albori dei tempi, i miti e le leggende sono state popolate di mostri incantati, dalla forza sovrannaturale. I più potenti erano i draghi: creature con il corpo di serpente, le zampe da lucertola, gli artigli da aquila, le fauci di un coccodrillo, i denti di un leone, le ali di un pipistrello. I draghi avevano incredibili poteri sovrannaturali e, soprattutto, erano malvagi e distruttivi. In ogni mito, in ogni leggenda occidentale, il drago fa la parte del cattivo. L’origine dei draghi si perde nei meandri della storia dell’uomo: infatti compaiono nelle leggende di popoli del passato, sia europei che orientali, ma la loro concezione è notevolmente differente; mentre nelle zone occidentali i draghi erano considerati l’incarnazione del male, portatori di distruzione e morte, in oriente erano visti come potenti creature benefiche.I draghi sono sempre stati descritti come delle creature simili a enormi serpenti, con grandi arti anteriori e posteriori, dotati di fauci enormi e artigli taglienti.Normalmente venivano descritti con il corpo pieno di squame protettive e capaci nella maggior parte dei casi di sputare fuoco e di volare grazie a grandi e potenti ali.Nelle leggende, i draghi sono visti come creature prodigiose: si riteneva che le ossa, così come il loro sangue, potessero avere elevate proprietà curative.Il loro sviluppo poteva durare molti secoli prima di raggiungere la piena maturità, si narrava che un uovo di drago impiegasse non meno di un secolo per schiudersi; inoltre solo dopo altre centinaia di anni il drago raggiungerà il suo massimo sviluppo con la crescita sulla testa di lunghe corna ramificate.Naturalmente, grazie alla loro grande longevità, queste creature, che è estremamente riduttivo chiamare semplicemente “animali”, acquisivano una conoscenza e una saggezza senza pari… eh già, perché il Drago ha anche un’intelligenza superiore a quella dell’uomo! Perché dunque si è giunti all’idea del drago come di incarnazione del caos, come creatura che distrugge e non crea?
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