venerdì 13 marzo 2009

Corto sexy o lungo snob..Gli eccessi delle nuove borghesi

Le gonne a palloncino di Louis Vuitton. Il beige «perbenista» di Miu Miu

PARIGI

Cortigiane e seduttrici, donne di mondo e playmate, muse e animatrici di notti elettrizzanti. Spiriti leggeri che amano divertire e divertirsi, dunque anche vestire.
«Perché — dice colui che le ha plasmate, quel Marc Jacobs, indomito folletto mente creativa di Louis Vuitton — la moda è sogno che nessuna crisi potrà mai fermare. Da qui siamo partiti, senza più fermarci. Abbiamo pensato all'esprit delle francesi, alla loro voglia di esserci ai party, le feste...».
Nomi vicini: Ines de la Fressange, Loulou de la Falaise.
Nomi lontani: Maria Antonietta quando era regina. Perché il percorso è moderno e storico e va diritto allo scopo: il sexy e il divertimento attraverso i secoli, con ironia.
Per cui, per il prossimo autunno- inverno, ecco taffettà e bustier, broccati e drappeggi ma tutto è corto, molto corto. E i tacchi, alti, molto alti. Le scollature spesso molto, ma molto scollate. E le trasparenze, veramente trasparenti.
I cuissard, molto cuissard, stivali inguinali e allacciati con nastri di velluto.
Poi c'è il fucsia, quello delle Big Babol, cioè grande bolla, cioè palloncino... come quasi tutte le gonne, certe maniche, certe bluse, certi cenni sulle cinture, certe cappe.
La collezione è preziosissima, velluti e ricami fra i più incredibili e patchwork e sovrapposizioni che sono la firma dello stilista del grunge chic.
Colori? Tanti, scuri, invernali. Accesi da quest'oro, eccessivo ma elettrizzante perché colora anche le iniziali sulle piccole borse ricercate. Cherchez la femme, anche chez Miu Miu. Il racconto di Miuccia Prada è interessante tanto quanto e con ingredienti simili.
Una sorta di candid camera in un mondo alto borghese dove ci sono donne, le «new bourgeoisie», che vivono per piacere, fisicamente o intellettualmente, con i fatti o con le parole. Genere di femmina, che sì, un po' se la tira: spesso esageratamente chic o sciantosa o stravagante o anarchica. Una fatica, sembra dire la stilista, che preferisce restare a guardare, sorridendo. È così che ha colto la «tendenza», ironizzandoci con gran classe: «Sento che forse c'è qualcosa di loro in me, ma non scelgo di essere così».
In sottofondo corrono le voci di film con protagoniste memorabili («Histoire D'O» e Corinne Clery; «Gruppo di famiglia in un interno» e Silvana Mangano; «Madame Claude» e Francoise Fabian; «Roulette cinese » e Anna Karina) poi si materializzano queste «femme fatale »: altissime, snob, incedere spesso beffardo.
Indossano abiti e robe-manteau spesso senza maniche; grandi cappotti o pastrani in double, il tessuto più usato nella grande sfida (vinta) di renderlo sexy. O tutto è corto, rimborsato sui fianchi e serrato da cinte che si annodano: ed è la silhouette più «fresca», quella della femme giovane che si affida allo stacco di coscia. O tutto è lungo, al polpaccio, per la femme più snob e altera. Se c'è il lungo collo a scialle con tanto di volpe è gettato sul corpo, stravagante, per la sciantosa. Ricami preziosi (nei tubini, sulle calze, sulle scarpe) nel finale: perché si sa, al brillo nessuna «femme» resiste. Colori, tantissimi chiari. Con una scelta precisa, il beige borghese e perbenista. La griffe cresce, così. D'età. Definitivamente e con coerenza. Grazie anche a Parigi. Così non è escluso che qualcosa di grosso, il prossimo anno, la Miuccia, farà: si dice una location per sfilate di quelle che faranno parlare. C'è da crederlo.

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