mercoledì 8 aprile 2009

...Kurt Cobain, 15 anni fa il suicidio...

Prima di suicidarsi aveva scritto una lettera in cui diceva che è meglio bruciare in fretta che spegnersi lentamente.

E così aveva fatto: aveva bruciato la sua vita, suicidandosi.
Stiamo parlando di Kurt Cobain, che moriva proprio l'8 aprile di 15 anni fa.
Il corpo senza vita del leader dei Nirvana fu trovato nel garage della sua casa sul Lago Washington: si era sparato un colpo di fucile.
Accanto al corpo, la lettera in cui spiegava i motivi del suo gesto. "Io sono troppo stravagante, lunatico, bambino! E non ho piu nessuna emozione, e ricordate, è meglio bruciare in fretta che spegnersi lentamente. Pace, Amore, Empatia. Kurt Cobain".
Queste le parole con cui si concludeva la missiva della celebre pop-star. Accanto al corpo, c'era un fucile a pompa: l'autopsia sul cadavere confermò che proprio un "colpo di fucile autoinflitto alla testa" era stato la causa della morte del giovane.
Il rapporto disse anche che il cantante 27enne era morto con tutta probabilità il 5 aprile 1994.
Ma negli anni successivi si accese un violento dibattito sulle cause della morte di Kurt. Gli albori del successo Cobain aveva costituito i Nirvana ancora ventenne, nel 1987, con Krist Novoselic. Bastarono due anni perchè la band divetasse uno dei gruppi leader della scena musicale grunge di Seattle.
Si creava così un genere di musica rock che mescolava influenze molto eterogenee, principalmente l'heavy metal e il punk rock, ma anche l'hardcore punk, l'hard rock e il post-hardcore.
Nel 1991 uscì il singolo "Smells like teen spirit", che segnò l'inizio di una svolta decisiva della musica rock, che cominciò ad allontanarsi dai generi "classici" degli anni Ottanta, dall'hair-metal, al synthpop), e a indirizzarsi verso l'alternative rock.
Proprio quel brano sarebbe stato eletto poi dai media musicali "inno di una generazione". Grazie a quel singolo, Cobain si sarebbe poi guadagnato l'appellativo di "portavoce" della generazione X.
Il personaggio di Kurt è diventato un'icona vera e propria fra i giovani di ormai quasi due generazioni, a tal punto da influenzare ancora oggi sia la musica che la moda giovanile.

La famiglia e l'infanzia
Negli ultimi anni della sua vita Cobain lottò contro la dipendenza dalla droga e le pressioni dei media su di lui e sulla moglie Courtney Love, da cui aveva avuto una bambina.
Ad entrambe, nella lettera scritta prima della morte, Cobain si rivolgeva in un tenero e affettuoso post scriptum: "Frances e Courtney, io sarò al vostro altare. Ti prego, Courtney, continua così, per Frances. Per la sua vita, voglio che sia felice senza di me. Vi amo, vi amo".
La vita di Kurt non è mai stata facile.
Dopo un'infanzia segnata dal divorzio dei suoi genitori, mai superato, e un'adolescenza tutta dedicata alla musica ma anche a eccessi sempre più frequenti tra alcol, droghe e psicofarmaci, Cobain e la moglie tentarono più di una volta di disintossicarsi, soprattutto dopo diversi episodi di overdose di lui e la perdita della custodia della figlia (poi recuperata) a causa della rivelazione, poi smentita, sull'uso di eroina in gravidanza da parte di lei.

I problemi con la droga
Uno di questi tragici episodi si verificò a Roma, poche settimane prima della sua morte.
Subito dopo l'ultimo concerto dei Nirvana al Terminal Einz a Monaco, in Germania, il primo marzo 1994, a Kurt vennero diagnosticate una bronchite e una laringite.
Fu così che il giorno dopo Kurt volò a Roma per prendersi una settimana di riposo.
Fu raggiunto da Courtney e da Frances Bean e prese una suite all'Excelsior di Roma. Ma durante la notte Courtney si accorse che il marito era in overdose.
Il responsabile della Geffen italiana, Marco Cestoni, fu svegliato all'alba.
Prima Kurt fu portato al Pronto soccorso, poi inseguito dai giornalisti al Rome American Hospital. Lì rimase in coma farmacologico per tutta la notte, ma dopo qualche giorno si riprese.
Anche in quell'occasione Kurt scampò alla morte e tornò negli Usa. Ma l'appuntamento era solo rimandato di qualche giorno.
Nei suoi ultimi giorni di vita, dopo l'ennesimo ricovero (questa volta a Los Angeles), Cobain fece perdere le sue tracce anche alla moglie.
L'8 aprile il corpo di Cobain fu trovato da un elettricista della Veca Electric, che era andato a installare l'illuminazione di sicurezza.

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