martedì 17 marzo 2009

OSCAR WILDE

"Vi sono esseri del mondo di fuori ingannati dalle illusioni di una vita in continuo moto. Volteggiano con la vita e contribuiscono alla sua irrealtà. Noi che siamo immobili vediamo e comprendiamo".

"Vivere è cosa rara al mondo. La maggior parte della gente esiste e nulla più"

Diamo qui un breve accenno biografico e una sintesi delle sue opere.
Oscar Fingal O'Flaherty Wills Wilde nacque a Dublino il 16 ottobre 1854. Dopo gli studi classici al Trinity College di Dublino, frequentò l'università di Oxford, dove subì l'influsso delle idee estetiche di Walter Pater e John Ruskin. Spirito eccentrico e dandy di rara eleganza, cominciò a far parlare di sé negli ambienti mondani e fu preso di mira dalla rivista umoristica "Punch", che ne mise in ridicolo vezzi e atteggiamenti. Per il fascino della sua conversazione brillante, ebbe tuttavia anche numerosi stimatori.Alla pubblicazione del primo volume di poesie nel 1881, seguì un fortunato ciclo di conferenze negli Stati Uniti. Tornato in Inghilterra, dopo aver trascorso un mese a Parigi Wilde si stabilì a Londra e nel 1884 sposò Costance Lloyd una facoltosa irlandese, un matrimonio quindi non dettato dal sentimento, ma semmai di facciata. Wilde è difatti omosessuale e vive questa condizione con enorme disagio, soprattutto a causa della soffocante morale vittoriana che imperava nell'Inghilterra del tempo. Questo matrimonio non poteva però durare a lungo e infatti, dopo la nascita dei suoi figli Cyryl e Vyvyan, si separa dalla moglie a causa dell'insorgere della sua prima vera relazione omosessuale.
Nel 1888 pubblica la sua prima collezione di storie per ragazzi "Il principe felice e altre storie", mentre tre anni dopo compare il suo unico romanzo, "Il ritratto di Dorian Gray", capolavoro che gli diede fama imperitura e per cui è conosciuto ancora oggi.
Nel 1895, all'apice della carriera, fu al centro di uno dei processi più chiacchierati del secolo, quello che lo vide imputato di sodomia, uno scandalo senza pari nell'Inghilterra vittoriana. Condannato a due anni di lavori forzati, ne uscì finanziariamente rovinato e psicologicamente provato. Trascorse gli ultimi tristi anni della vita a Parigi sotto falso nome (Sebastian Melmoth); e a parigi morì nel 1900, al suo funerale sette persone..

OPERE PIÙ SIGNIFICATIVE
Poeta e scrittore versatile, Wilde ci ha lasciato una vasta opera. Alla prima fase produttiva di Wilde appartengono due volumi di fiabe scritte per i figli (Il principe felice, 1888; La casa dei melograni, 1891) e la raccolta di racconti Il delitto di lord Arthur Savile (1891).
Il suo unico romanzo, Il ritratto di Dorian Gray (1891), è una storia di decadenza morale. Wilde non risparmia al lettore alcun particolare del declino del protagonista verso un abisso di corruzione. Il finale rivela una presa di posizione dell'autore contro la degradazione dell'individuo ma ciò non bastò ad evitargli l'accusa di immoralità.
Dorian Gray è un giovane bellissimo che della bellezza e del godimento ha un culto appassionato e turbato. Quando Basilio Hallward, pittore suo amico, gli regala un ritratto che lo riproduce nel colmo della gioventù e della bellezza, Dorian sente il dolore per la rapidità con cui trascorre il tempo. Per la magia di un suo voto tutte le tracce della vita e degli anni non segneranno il volto vivo e perfetto di Dorian ma solo quello del ritratto. Sopraffatto dall'angoscia di avere un doppio volto, una duplice vita, Dorian colpisce il ritratto con un pugnale e cade morto, come se avesse colpito se stesso. I servi accorsi vedono un ritratto del loro padrone bellissimo e giovane e sul pavimento un vecchio appassito e rugoso con un pugnale nel cuore.
Wilde fu ottimo scrittore di teatro pur senza una solida preparazione drammaturgica alle spalle. Le opere teatrali più interessanti sono le quattro commedie Il ventaglio di Lady Windermere (rappresentato per la prima volta nel 1892), Una donna senza importanza (1893), Un marito ideale (1895) e L'importanza di chiamarsi Ernesto (1895), tutte contraddistinte da un intreccio abilmente congegnato e dialoghi brillanti.
A queste si contrappone Salomé, dramma sul tema della passione ossessiva, originariamente scritto in francese, che, censurato in patria, fu rappresentato a Parigi nel 1896.
Durante la prigionia, Wilde compose l'epistola De Profundis (pubblicata postuma nel 1905), confessione delle sue colpe passate.E' una lunga lettera a Lord Alfred Douglas, il giovane amato da Wilde. È l'opera che ci permette di accostarci al vero mondo dell'autore, di riconoscere l'uomo e lo scrittore nel suo aspetto reale. Wilde affidò il manoscritto all'amico giornalista Robert Ross, che fece due copie dattiloscritte. Una fu inviata allo stesso Douglas, che negò di averla mai ricevuta. Nel 1905, quando ormai Wilde era morto da cinque anni, Ross pubblicò un'edizione ridotta dell'originale col titolo di De Profundis, che rimase a tutte le edizioni successive. L'originale fu affidato nel 1909 da Ross al British Museum, con la condizione espressa che non fosse dato in visione per cinquant'anni.
La ballata del carcere di Reading (1898) fu scritta dopo il rilascio e consegnata alle stampe in forma anonima. Considerato il suo capolavoro poetico, essa descrive la crudezza della vita dei reclusi e la loro disperazione.
"Non c'è funzione in chiesa il giorno che impiccano un uomo:il Cappellano è troppo sconvolto nel cuore troppo pallido in faccia,o scritto negli occhi egli portasegreti che nessuno ha da vedere.
Ci tennero rinchiusi sin quasi a mezzogiorno,sonarono poi la campana,e i Carcerieri dalle chiavi tintinnantivennero ad aprire ogni cella in ascolto,e giù per la scala di ferro scendemmociascuno dal suo Inferno solitario.
Uscimmo nella dolce aria di Dioma non al modo usato,poi che il viso dell'uno era bianco di paurae il viso dell'atro era grigio,e non vidi mai uomini tristi guardarecon tanta ansia la luce.
Mai vidi uomini tristi guardarecon tanta ansia negli occhil'esigua tenda azzurrache noi carcerati chiamiamo cielo,e ogni nube svagata che passavalibera e beata innanzi a noi."
L'ESTETISMO DI WILDE
Oscar Wilde portò la dottrina estetica alle sue estreme conseguenze: sostenne la necessità, per l’artista, di godere della libertà assoluta, onde poter esprimere la sua arte in autentici capolavori. L’artista, egli sostenne, deve essere libero da ogni legame con la società, libero dai sentimenti, da ogni credenza poiché tutti questi obblighi limitano la sua capacità di ricerca del bello. Con tali teorie Wilde sfidò la società vittoriana e assestò un duro colpo ai suoi già fragili equilibri.
Il ritratto di Dorian Gray (The picture of Dorian Gray) del 1891 è, dopo "A' rebours" di Huysman, l'altro testo esemplare dell'estetismo decadente.La fabula del romanzo è semplice.(in altre pagine riportiamo integralmente l'opera)
"Il pittore Basil Hallward ha fatto un ritratto bellissimo del giovane Dorian Gray. Un amico del pittore, lord Hemry Wotton, raffinato epicureo, vede nel dipinto la straordinaria proiezione dell'idea di bellezza incorruttibile che Dorian Gray suggerisce ai suoi ammiratori. Convinto che l'opera sia intimamente legata al suo modello, Basil regala il quadro al giovane Dorian. Questi ottiene, per magia, il dono della giovinezza e della bellezza. Le esperienze della sua vita non lasceranno alcuna traccia sul suo volto, sarà il quadro, magicamente, ad invecchiare al suo posto. Spinto da lord Wotton, Dorian si abbandona ad una vita di dissipazione e di vizi fino all'omicidio (arriva ad uccidere Basil Hallward che gli rimproverava il suo cinismo e il suo egoismo). Con sgomento il giovane vede però, come in uno specchio, sul quadro i segni dell'invecchiamento e della corruzione così che dapprima relega il quadro in una soffitta, poi, in un impeto di disperazione, lo squarcia con un colpo di pugnale. Ma mentre i lineamenti del dipinto tornano ad essere quelli, bellissimi e intatti, di Dorian giovane, i vicini che accorrono trovano a terra, morto, un vecchio disgustoso e terribilmente imbruttito.
Il romanzo, di cui si possono individuare alcuni modelli in testi fantastici della letteratura precedente, da alcuni racconti di Poe al "Dottor Jekyll e Mr. Hyde" di Stevenson, è in realtà più complesso e inquietante di come potrebbe apparire ad una prima lettura. In primo piano c'è (ma c'è davvero?) la condanna moralistica del vizio e la sua punizione, ma il romanzo rappresenta con compiacimento il fascino e la seduzione del male. Il rapporto tra Dorian Gray e il quadro che lo rappresenta è così l'ambiguo rapporto, irrisolvibile per l'eroe decadente, tra il bene e il male, tra l'immutabile perfezione dell'arte e la precarietà dell'esistenza.
Per Wilde la vita stessa era la prima, la più grande delle arti, quella per cui tutte le altre non erano che un'introduzione. La moda, che rende universali per un momento le cose più fantastiche, e l'eleganza che, nel suo genere, è un tentativo di affermare l'assoluta modernità della bellezza, avevano naturalmente per lui un loro fascino. Il suo modo di vestire, gli originali atteggiamenti che ogni tanto ostentava avevano una notevole influenza sulla gioventù raffinata che appariva ai balli di Mayfair o si affacciava alle finestre del club di Pall Mall. Quei giovani lo imitavano in tutto quel che faceva e cercavano di ripetere il fascino distratto delle sue eleganti, e per lui non troppo impegnative, affettazioni.Perché, pur prontissimo ad accettare la posizione che gli era stata immediatamente offerta al suo entrare nella maggiore età, e benché sentisse un vero, sottile piacere all'idea di poter essere, nella Londra del suo tempo, quel che era stato nella Roma di Nerone l'autore del Satyricon, tuttavia egli desiderava in cuor suo di essere qualche cosa più di un semplice arbiter elegantiarum a cui chieder consiglio sul modo di portare un gioiello, o di annodarsi la cravatta o di tenere in mano il bastone. Egli cercava di elaborare un nuovo sistema di vita con una sua propria filosofia ragionata e principi organici, e che trovasse nella spiritualizzazione dei sensi la sua più alta attuazione.
AFORISMI DI OSCAR WILDE
-Sara' cosa meravigliosa la personalita' umana quando la potremo vedere ascendere. Si sviluppera' naturalmente e semplicemente, simile a un fiore, simile a un albero che cresce. Non sara' discorde. Non fara' polemiche ne' discussioni. Non dimostrera' nulla. Sapra' tutto, eppure non si preoccupera' di sapere. Avra' la pazienza. Il suo valore non sara' misurato alla stregua delle cose materiali. Nulla avra', eppure avra' tutto, e tale sara' la sua ricchezza, che continuera' ad avere anche quello che le sara' tolto. Non vorra' ingerirsi dei fatti altrui, ne' vorra' che gli altri siano simili ad essa. Essa amera' gli altri in ragione della loro diversita'. Eppurre mentre non vorra' ingerirsi nei fatti altrui, prodighera' a tutti il suo soccorso, per il semplice fatto di essere quella che e'. La personalita' dell'uomo sara' davvero meravigliosa; meravigliosa quanto la personalita' del fanciullo.
-Se potessimo vivere abbastanza a lungo per vedere l'esito delle nostre azioni, forse coloro che si dicono i buoni sarebbero afferrati da un pazzo rimorso, e coloro che il mondo qualifica perversi proverebbero una nobile gioia. Ogni nostra piccola azione passa per il vasto meccanismo della vita che puo' stritolare le nostre virtu', riducendole in polvere, e lasciandole prive di valore, come puo' pure trasformare i nostri peccati in elementi di una nuova civilta', piu' ricca e piu' gloriosa di quella che la precedette.
-La vita umana e' l'unica cosa degna di studio. Niente ha valore paragonato ad essa. E' bensì vero che non si può indagare la vita nel suo strano crogiolo di dolore e di diletto mettendosi sul viso una maschera di vetro, ne' si può impedire ai fumi di zolfo che ne emanano, di turbare il cervello, alterando l'immaginazione con fantasie mostruose e con sogni deformi. Vi sono veleni tanto sottili, che per conoscerne le proprieta' occorre subirne gli effetti. Vi sono malattie così strane che per intenderne la natura bisogna contrarle. Eppure quanto e' grande il premio di questo studio! Quante meraviglie impariamo a vedere nel mondo! Questo studio ci dimostra la curiosa e dura logica della passione, e la vita colorita e sensibile dell'intelletto; impariamo a discernere il punto nel quale esse si congiungono ed il punto nel quale si dividono, dove si trovano all'unisono e dove subentra il disaccordo, e questo costituisce il diletto. Che importa il prezzo? Non si può mai pagare troppo cara una qualsiasi sensazione.
-Il dubbio e la sfiducia trasformano l'affetto in passione, dando origine a quelle belle tragedie che sole rendono la vita degna di essere vissuta. Vi fu un'epoca in cui le donne sentivano questa verita' e gli uomini no, e fu allora che le donne regnarono sul mondo. Soltanto un arresto di sviluppo puo' rovinare la vita. Se volete rendere deforme la natura umana, cercate di riformarla.
-Il così detto peccato e' un elemento essenziale del progresso. Senza di esso il mondo invecchierebbe, cadrebbe nell'immobilita', perderebbe il suo colorito. La curiosità che ingenera il peccato, aumenta l'esperienza umana. L'affermazione intensificata dell'individualismo alla quale il peccato conduce, ci salva dalla mediocrità. Respingendo i preconcetti in fatto di morale, il peccato si trova in accordo con le idee dell'etica superiore.
-Colui per il quale il presente e' la sola cosa che e' presente, non conosce niente del tempo nel quale vive. Per capire il XIX Secolo e' necessario capire ogni secolo che l'ha preceduto e che ha contribuito a farlo tale e quale e' stato.
-Diventare lo spettatore della propria vita vuol dire sfuggire alla sofferenza della vita.
-In verità l'uomo non ricerca nè il piacere nè il dolore, ma semplicemente la vita . L'uomo cerca di vivere intensamente, completamente, perfettamente. Quando potrà farlo senza ledere la libertà altrui e senza esserne mai leso, quando le sue attività tutte gli frutterranno soddisfazioni, egli sarà più sano, più normale, più civile, più se stesso. La felicità è il criterio col quale l'uomo giudica la natura, è in armonia con se stesso e col suo ambiente.
-L'egoismo non consiste nel vivere secondo i propri desideri, ma nel pretendere che gli altri vivano a quel modo che noi vogliamo. L'altruismo consiste nel vivere e lasciar vivere.
-L'esperienza non ha alcun valore etico: è semplicemente il nome che gli uomini danno ai propri errori.
-Bisogna sempre giocare onestamente quando si hanno le carte vincenti.
-Il non fare nulla è la cosa più difficile del mondo.
-In ogni istante della nostra vita siamo ciò che saremo non meno di ciò che siamo stati.
-La donna che non riesce a rendere affascinanti i suoi errori, è solo una femmina.
-La vita imita l'arte più di quanto l'arte non imiti la vita.
-Posso resistere a tutto tranne che alle tentazioni.
-A volte è meglio tacere e sembrare stupidi che aprir bocca e togliere ogni dubbio.
-Amo molto parlare di niente. É l'unico argomento di cui so tutto.
-C'è al mondo una sola cosa peggiore del far parlare di sè: il non far parlare di sè.

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